Chianalea, il mare dentro casa
Dall’altra parte c’è Messina, la Sicilia. Di qua Scilla, il continente. Chi più volte ha percorso in nave questo breve tratto di mare, non può evitare di immaginare le imbarcazioni dei coloni greci che facevano avanti e indietro tra le due sponde. Rhegion (Reggio Calabria) e Zancle (Messina) furono fondate nell’VIII secolo a.C. da genti provenienti da Calcide, nell’isola di Eubea. Scilla, dal greco Skylax, «cagna», è legata nel racconto mitico al mostro (sei teste, sei lunghissimi colli e guaito di cucciolo di cane) creato dalle fantasie dei naviganti ed entrato nella leggenda omerica di Ulisse. Di fronte là dove Calabria e Sicilia sembrano quasi abbracciarsi sta Cariddi, l’altro mostro che ingoia le acque e le rivomita, simboleggiando i pericolosi vortici delle correnti marine. Come le Sirene, anche Scilla e Cariddi rappresentano, sotto il velo del mito, i pericoli della navigazione: l’ingannevole seduzione del mare calmo, i mostri che vivono nelle sue profondità. Comincia dallo Stretto di Messina il nostro viaggio nei borghi del Mediterraneo. Comincia da Scilla, «colei che dilania», colei che strappava i marinai dalle loro navi ogni volta che passavano vicino alla sua tana.
Dal Belvedere Morselli, posto all’entrata di Scilla, c’è la più bella visione dello Stretto. Il luogo è dedicato a Ercole Luigi Morselli, scrittore e drammaturgo che rappresentò, com’è scritto nel monumento che lo ricorda, «l’urlo disperato di Glauco ai piedi dell’Aspromonte». È ancora il mare del mito che abbiamo davanti: quello che tutto abbraccia, le rovine antiche e le moderne (queste ultime prosaiche, senza appello). È il mare in cui Ovidio ambienta la scena del pianto di Glauco alla vista della sua amata Scilla trasformata in mostro. Alle sue spalle inizia la montagna che a Gambarie d’Aspromonte raggiunge i 1350 metri d’altitudine e porta la neve. Scilla è ancora legata alla pesca del pesce spada, anche se in modi diversi rispetto al passato. In una sala del castello è conservato l’unico esemplare rimasto di luntru, l’imbarcazione usata per la pesca diurna. Una vedetta saliva al castello e con grida di sicura derivazione greca avvisava i compagni pronti sui «lontri». La pesca si effettua da aprile a ottobre, quando il pesce spada attraversa lo stretto di Messina attratto dalla limpidezza delle sue acque. Antichi rituali sopravvivono nella pesca odierna, come quello di tracciare quattro volte con le unghie una croce accanto all’occhio destro del pesce. Oggi nel porto di Chianalea il luntru è sostituito da una barca a motore con «passerella», alla cui estremità sta il fiocinatore.
A Chianalea, il vecchio borgo di pescatori, il mare entra in casa. Si dice che qui le case siano barche e le barche case. Le abitazioni sono continuamente sottoposte alla forza d’urto delle acque. La notte, il silenzio amplifica il suggestivo rumore dei «colpi» di mare che costituisce il sottofondo musicale della vita a Chianalea. Sullo Scaro Alaggio, dove i pescatori ancorano le proprie barche per ripararle dalle onde, si impone per armonia architettonica il Palazzo Scategna, con il suo doppio ordine di balconi in pietra squadrata disposti su tre piani. Le stradine dove non è raro vedere pescatori che riparano le reti, le piazze e le chiese, gli scogli e le rocce che si frantumano nel mare, offrono un paesaggio naturale di grande bellezza, vigilato dall’austero castello dei Ruffo, sulla rocca che è la stessa del mostro omerico. Costruito a scopo militare, l’imponente edificio è stato riadattato ad uso residenziale dal conte Paolo Ruffo che nel 1532 subentrò nel feudo di Scilla ai precedenti signori. Il panorama dal castello comprende le isole Eolie e la costa siciliana.

Dove mangiare
Glauco
Via Annunziata, 95 – Chianalea
Tel: +39.0965.754026
Sito web: www.glaucoscilla.com
Uno dei più rinomati ristoranti della Costa Viola. Protagonista è il pesce spada (alla griglia o in involtini), seguito da ricciola, gamberi, frutti di
mare. Il più classico dei primi: paccheri con pesce spada e pomodorini di
Pachino.

Dove dormire
Principe di Scilla «U Bais»
Via Grotte, 2 – Chianalea
Tel: +39.0965.704324
Sito web: www.hotelubais.it
Antica residenza appartenuta nel 1533 alla famiglia De Nava e poi ai Ruffo di Calabria. Dalle suite arredate con eleganza si vedono le viuzze di Chianalea, lo scalo di attracco delle barche da pesca, il castello dei Ruffo, il volo dei gabbiani, il tramonto sulla Costa Viola.