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BADOLATO

Catanzaro

Un luogo perso che si è ritrovato

Badolato è il borgo delle case abbandonate. Niente di strano: ce ne sono tanti, in Calabria. Ma qui, la lenta e progressiva agonia del borgo ha suscitato prima un pianto nascosto, poi la ribellione e quindi il risveglio. Questa è la storia.

Nel 1951 Badolato contava 4800 abitanti. L’alluvione di quell’anno dà il via all’emigrazione in Svizzera o al trasferimento alla marina, 6 chilometri più in basso sulle rive dello Jonio, dove sorge un’altra Badolato, ma molto più brutta. Nel borgo antico oggi vivono trecento persone. Lo spopolamento porta al degrado urbanistico: nel 1986 si contano ottocento case vuote, abbandonate. Non ci sono soldi per il recupero complessivo, ma solo per interventi settoriali come il consolidamento dello sperone su cui sorge la secentesca chiesa dell’Immacolata. In quello stesso anno il bibliotecario comunale lancia la provocazione di «Badolato, paese in vendita» che, raccolta dai media, consente al sindaco di andare in tv a spiegare la situazione. Risultato: un centinaio di abitazioni vendute a stranieri e a italiani di altre regioni.

Nel 1997 sbarcano alla marina di Badolato oltre quattrocento immigrati, di cui 266 curdi provenienti da Turchia e Iraq. Ironia della sorte: il borgo fu costruito tra due colline in modo da non poter essere visto dai corsari turchi che infestavano il mare, e oggi alle sue porte bussa gente del Kurdistan turco. Le case non mancano, e mentre tutti strepitano contro l’invasione straniera, Badolato accoglie i rifugiati, impegnandosi con il Consiglio Italiano per i Rifugiati in un programma di accoglienza e solidarietà che continua anche dopo l’emergenza. Il paese semi abbandonato diventa, così, punto di riferimento per i rifugiati, non solo kurdi ma anche etiopi ed eritrei, i quali abitano le case, lavorano la terra, aprono negozi, mandano i figli a scuola, contribuendo alla rinascita del borgo.

Spenti i riflettori, tutto diventa più difficile. E allora, nell’ottobre 2011, dopo 25 anni dall’allarme del paese in vendita, Badolato si mette alla testa della prima «Marcia dei paesi spopolati», organizzata in collaborazione con numerose associazioni italiane e straniere. Pochi mesi prima aveva ricevuto dal Forum Nazionale dei Giovani il riconoscimento di «Meraviglia Italiana».

Badolato,   insomma,   non   vuole   morire. È un luogo perso che si è ritrovato. Passeggiare per i suoi vicoli che convergono a spirale verso la parte alta, dove stupendo è l’affaccio sul mare, è meraviglia e silenzio. Lo spazio vuoto di persone non è raggelante; piuttosto, stimola la ricerca degli affetti e delle cose e del passato. Innanzitutto le chiese, che sono quattordici. Andiamo a vedere, nel centro del paese, quelle dell’Immacolata (1686), con il bel portale in granito, di San Domenico, ricostruita due volte nel Settecento utilizzando granito locale, e di Santa Caterina d’Alessandria, iniziata nel 1198, dov’è custodita la tavola della Madonna col Bambino del XV secolo. Le mura del XIII secolo e il castello sono ruderi. Ma restano in piedi, fin che possono, le case costruite con le pietre di fiumara portate sul capo dalle donne, e anche quelle con i tetti sfondati, e le case bucate di Vico Siena e di via Piliero, i portali di Corso Umberto e quelli di Vico Fiorentino tutto in salita, le case slabbrate – questa precarietà colta dal grande attore napoletano Antonio Neiwiller, che ha frequentato Badolato:

«E io sfiorire / come un fiume incantato / lungo i lenti declivi di me stesso / sempre più verso l’inconsapevolezza e la lontananza».

A Badolato lo sanno: ogni luogo senza uscita diventa infinito.

Dove mangiare

Agriturismo Zangarsa

Contrada Zangarsa

Tel: +39.0967.85226
Sito web: www.agriturismozangarsa.it

In una dimora di campagna, cucina tipica calabrese con ingredienti genuini: la pasta è fatta in casa e la carne proviene da animali allevati in azienda.

Dove dormire

Aquilia Hotel

Via Aquilia

Tel: +39.0967.814833
Sito web: www.aquiliaresort.it

L’hotel è di recente costruzione. Circondato da un giardino, si trova sul lungomare e a 5 chilometri dal borgo.